La strada è da sempre uno spazio pubblico condiviso e, spesso, conteso. Non esiste un solo modo di muoversi, migliore e più efficiente degli altri; esistono tanti modi di muoversi, tra cui scegliere in modo consapevole per una mobilità più efficiente e sostenibile. Le parole chiave della mobilità del futuro sono due:
- “Intermodalità”: utilizzata per i trasporti su container con diversi modi di trasporto, come la nave, il treno, il camion
- “Multimodalità”, cioè il movimento di persone con vari mezzi: a piedi, in bicicletta, con i mezzi pubblici, con altri mezzi condivisi (car sharing) e persino con monopattini e altri “acceleratori di andatura”, conosciuti come micro-mobilità
I mezzi privati a motore diesel e benzina, auto e moto, dovrebbero essere usati sempre meno, invece oggi sono in assoluto i “padroni” della mobilità. Per migliorare questa situazione, occorre incentivare la mobilità a piedi e quella in bicicletta, con aree e piste dedicate, ma anche migliorare la fruizione dei mezzi pubblici, con servizi migliori e tariffe adeguate.
“Muoversi bene è meglio che muoversi e basta” rappresenta un momento di “educazione” alla mobilità, sfruttando il potere di immediatezza e di comunicabilità delle immagini e si ricollega ad altro studio, “Pedalare nella storia. Il grande ciclismo in terra di Siena” dedicato alla memoria storica del ciclismo senese. Si tratta di un progetto complementare, capace di restituire un’immagine della “cultura ciclistica” nelle sue diverse manifestazioni (ciclismo professionistico, amatoriale, utilitario). Lo sport rimanda infatti al concetto di cultura della società di cui è espressione. Nel panorama dello sport moderno sembra emergere un impoverimento, specie delle giovani generazioni, riconducibile alla pratica sportiva in termini di memoria ed identità, soggettiva e collettiva. Il progetto di ricerca, incentrato sulla valorizzazione della tradizione relativa alle diverse attività sportive, nella fattispecie, a quella della bicicletta, è teso alla riscoperta dei luoghi e dei protagonisti che ne hanno costruito la storia a livello cittadino per farne scaturire il tratto identitario che si somma a quello della legacy del suo territorio.
“Muoversi bene è meglio che muoversi e basta”: a cura di un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze politiche e relazioni internazionali.“Pedalare nella storia. Il grande ciclismo in terra di Siena”: a cura di un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze sociali politiche e cognitive.
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