Un tuffo dove l’acqua è più blu per salvare le tartarughe, i delfini e i pescatori!
In tutte le acque del mondo e, quindi, anche nel bacino del Mediterraneo, sono molti gli esemplari di cetacei e di tartarughe marine vittime del bycatch, cioè della cattura accidentale con ami e reti. Si stima che ogni anno, nelle reti dei pescatori del Mediterraneo, destinate alla pesca di altre specie, vengano catturate circa 150.000 tartarughe e di queste 40.000 muoiono. Uno studio sostiene che nel mondo oltre 300.000 cetacei rimangono impigliati in attrezzature da pesca come le reti da posta e muoiono nell’impossibilità di tornare in superficie per respirare.
Questa biodiversità è quindi a forte rischio di conservazione, ma lo sono anche i pescatori: il loro reddito è precipitato negli ultimi anni sia per la diminuzione del pescato presente nei nostri mari sia per i danni subiti alle attrezzature a causa dei delfini e delle tartarughe marine.
In occasione della Notte dei Ricercatori 2020, verranno illustrate le attività di due progetti di ricerca dell’Università di Siena finanziati dall’UE intitolati “Life Delfi” e “Pescatori e tartarughe marine: facciamo luce in mare!”, i quali hanno l’obiettivo di ridurre le interazioni tra i delfini, le tartarughe e le attività di pesca, in modo da diminuire la mortalità di queste specie ed evitare danni economici ai pescatori, utilizzando dissuasori acustici (pingers) e luminosi (luci UV-LED).
Lo scopo dei due progetti è di lavorare a fianco dei pescatori per promuovere una pesca sostenibile, che non depauperi ma mantenga intatto il ‘Capitale blu’ e difenda da ami e reti le specie protette come i cetacei e tartarughe marine.
A cura del Dipartimento di Scienze Fisiche della Terra e dell’Ambiente
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